Il Parlamento Europeo ha approvato l'Artificial Intelligence Act
Il 13 marzo 2024 è una data da segnare sul calendario: il Parlamento Europeo ha dato il via libera all'Atto sull'Intelligenza Artificiale. Non è una cosa da poco, dato che parliamo del primo grande tentativo al mondo di mettere un po' d'ordine nel selvaggio west dell'AI, con l'idea di tenere al sicuro i nostri diritti fondamentali e, nello stesso tempo, di non mettere i bastoni tra le ruote all'innovazione qui in Europa.
In pratica, l'IA Act mette le tecnologie AI sotto la lente, classificandole da quelle a basso rischio fino al livello "meglio evitarle". Le AI che finiscono nella lista nera verranno messe al bando, mentre quelle ad alto rischio dovranno saltare attraverso cerchi di fuoco (metaforicamente parlando) per dimostrare di essere sulla buona strada.
La roba grossa inizierà a muoversi nel maggio del termine legislativo, dopo l'ultimo sì del Consiglio Europeo, e vedremo le prime applicazioni pratiche da qualche parte nel 2025.
Nel concreto
- Dite addio alle pratiche proibite sei mesi dopo che questa legge diventa operativa.
- Nove mesi dopo, si stabiliranno i codici di pratica per far stare tutti in riga.
- Trascorso un anno sarà tempo di mettere a punto le regole per quel tipo di AI generalista.
- E per i sistemi ad alto rischio? Avranno tre anni per adeguarsi a tutto ciò che l'UE decide che devono fare.
Non è finita qui: l'atto vuole che siamo tutti al corrente di cosa fanno queste AI di uso generale, richiede che i deepfake siano chiaramente etichettati come tali e pensa anche a creare spazi sicuri (le sandbox normative) dove l'innovazione può continuare a fiorire senza intoppi, soprattutto per le PMI.
Perché tutto questo?
L'UE ha ascoltato le voci di alcuni suoi cittadini, che chiedono a gran voce un ambiente sicuro e affidabile, dove l'AI è tenuta sotto controllo da occhi umani e dove l'accesso alle informazioni è facile per tutti, inclusi coloro che hanno disabilità.
Ma alcuni sottolineano come legiferare su blocchi e diaframmi da superare senza approfondire troppo modalità di innesco dell’innovazioni rischiano di rallentare la corsa dell’Unione Europea in questo campo.
Con questo Atto sull'IA, l'Europa sta facendo un bel passo avanti. Non solo si posiziona come guida nella regolamentazione dell'AI, ma cerca anche di trovare quel punto d'incontro tra spingere sull'acceleratore dell'innovazione e assicurarsi che i diritti di tutti siano protetti. Sarà la mossa migliore legislativamente? Che dire, stiamo vivendo tempi interessanti!